La
chiesa presenta l’altare maggiore del secolo XV; su di esso il trittico
in apposita nicchia: nella parte centrale di essa sta la statua in legno
policromo di Santa Maria Leva Pene,
opera firmata di Carlo dall’Aquila, dell’anno 1489. Descrizione
della statua: La
Vergine, con il tradizionale manto celeste, sta a braccia conserte e
sostiene il Bambino adagiato sulle ginocchia. Due
santi, dipinti su tavola, rappresentanti S. Sebastiano e San Giovanni
Battista, occupano gli sportelli laterali del trittico: autore delle
tavole è Antoniazzo Romano. E’ considerata opera di maniera. Il San
Sebastiano è interessante dal punto di vista anatomico ed anche per il
colore. Sull’altare,
il ciborio della fine del 1400, ha nella porticina la figura ad alto
rilievo di San Giovanni Battista. Nella
cappella sinistra due grosse statue in terracotta rappresentano la Vergine
in ginocchio e San Giuseppe: dovevano far parte di un “Mistero”. Le
statue sono policrome ed assai interessanti: più bella la figura della
Vergine dalla dolce espressione, di larga fattura e dalle mani
accuratamente modellate. Si
ritiene che le due statue fossero parti “del bellissimo e devoto”
Presepio, descritto dalle visite Pastorali Paletti e Corsini La
chiesa possedeva un bellissima transenna in legno: fu asportata e tenuta
in consegna dal Ministero della Educazione Nazionale. Nell’anno 1686 la chiesa fu restaurata per interessamento del Cardinale Vescovo di Sabina, Pio di Savoia Carlo. Un epigrafe, sul pavimento della chiesa, dinanzi all’altare maggiore, ricorda il sacerdote professore di Teologia fra Giovanni Battista De Filippis di Monterotondo Sabino. |
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